giovedì 4 luglio 2013

Abolizione Province, Il governo "Lo faremo con legge costituzionale"

"Dopo che ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il decreto sull'abolizione delle Province, porteremo domani in consiglio dei ministri un ddl costituzionale per abolirle". Così il ministro dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha annunciato l'iniziativa dell'esecutivo per superare lo stop della Consulta. Ma l'Unione delle province italiane non ci sta: "Inaccettabile". La Corte costituzionale avrà avuto le sue buone ragioni. Non per nulla molti davano per scontata la bocciatura sia della riforma delle Province contenuta nel decreto salva Italia, sia del successivo più morbido tentativo di riordino con l'accorpamento di alcuni enti.


La Consulta ha ritenuto illegittimo il ricorso al decreto legge per interventi di tale portata, visto che quello strumento dovrebbe essere limitato ai casi di straordinaria necessità e urgenza.Per avere una più completa conoscenza delle motivazioni bisognerà aspettare il deposito della sentenza. Certo, una riforma come l'abolizione delle Province, che doveva essere fatta più di 40 anni fa contestualmente alla nascita delle Regioni, non poteva essere ritenuta tanto impellente da giustificare un decreto. Anche se forse sarebbe il caso di ricordare il contesto in cui il decreto salva Italia vide la luce. C'era appunto, da salvare il Paese che in quel momento si trovava in una situazione così difficile da dover affidare il proprio destino a un governo tecnico. Secondo i giudici di Palazzo dei Marescialli l'abolizione delle Province non è materia da disciplinare con decreto legge. Quindi il no dei giudici è di metodo e contesta il ricorso al decreto legge varato a suo tempo dal governo Monti. "Il decreto legge - ha sentenziato la Consulta - atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio". Per questo il governo ha deciso di intervenire modificando la Costituzione.

mercoledì 3 luglio 2013

Renzi attacca i 'capicorrente' del Pd "Contro di me tiro al piccione, non ci sto"

Non ha intenzione di chiedere il permesso a nessuno, tantomeno ai capicorrente: se Matteo Renzi deciderà di candidarsi, lo farà, afferma, mantenendo "la freschezza e la serenità di chi crede che la parola leggerezza in politica sia un valore". Ma, soprattutto, non vuole essere più trattato da "bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange". «In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione». Così il sindaco di Firenze Matteo Renzi si sfoga tornando a scrivere le sue E-news. «Ho l'impressione che non mi conoscano un granché. Io faccio una battaglia se voglio affermare un'idea, non se devo ambire ad una poltrona. La poltrona al massimo è strumentale alla realizzazione dell'idea, non è il contrario», ha assicurato. E poi l'annuncio: «Quello che faremo, sia che ci candidiamo sia che non ci candidiamo, lo faremo come sempre senza chiedere il permesso ai capicorrente. E senza perdere la freschezza e la serenità di chi crede che la parola leggerezza in politica sia un valore». Il sindaco di Firenze affida alla newsletter che invia ai suoi sostenitori l'ultimo sfogo, dopo che anche Massimo D'Alema si è schierato dalla parte di quanti (dai bersaniani a Cuperlo, da Fassina a Epifani), all'interno del Pd, sostengono che le cariche di segretario del partito e candidato premier debbano essere separate, sostenendo che non si possano creare regole ad hoc per Renzi: "Lo Statuto del partito lo abbiamo derogato per lui...mica possiamo sempre usare le regole per Renzi", aveva detto ieri e in serata, intervenendo al Tg1, ha invitato Renzi a evitare di candidarsi alla segreteria del Pd e ad aspettare le primarie per il candidato premier delle prossime elezioni: "Renzi ha detto tante volte che lui vuole essere la persona che si candida a guidare il centrosinistra alle prossime elezioni: aspetti le primarie per il leader del centrosinistra e ci consenta di eleggere il segretario. Altrimenti rischiamo di logorare un buon candidato e di eleggere un cattivo segretario".

domenica 30 giugno 2013

Addio a Giovanni Lo Dico, poeta e politico

E' scomparso oggi, all'età di 84 anni, Giovanni Lo Dico, battagliero bracciante, contadino, militante politico e poeta, autore del libro "Finalmente le api mangiarono il miele. Autobiografia di un siciliano che non si rassegna".


 
Giovanni Lo Dico nacque il 15 dicembre 1928 a Misilmeri, dove viveva. Ha frequentato le scuole elementari. Ha sposato nel 1957 Sara Rettino da cui ha avuto i figli Francesco ed Anna. Dal 2005 ha pubblicato a sue spese cinque raccolte di poesie e proverbi in dialetto siciliano, che ha donato ad amici e conoscenti. Ha scritto a mano la sua memoria autobiografica su alcuni quaderni tra il 2010 e il 2012.Ecco come si racconta nel suo ultimo libro.... costretto a sei anni a lavorare nei campi come raccoglitore di olive con altri bambini che frequentano ad intermittenza le scuole elementari. Ancora ragazzo perde prematuramente il padre: la madre si impiega in lavori domestici a Palermo lasciando Giovanni e la sorella a vivere con i nonni. Lo Dico diventa a tredici anni bracciante agricolo, sarà poi mezzadro, mietitore stagionale a Corleone e Prizzi, coltivatore diretto. Dopo la seconda guerra mondiale diventa attivista politico e sindacale, partecipando alle lotte per la riforma agraria, la ripartizione del prodotto, l’imponibile di manodopera, l’assistenza sanitaria per tutti, rendere vivibile il quartiere abusivo dove è andato ad abitare dopo il matrimonio. Diventerà quindi consigliere comunale del Pci per venti anni e sarà impegnato nel movimento sindacale e cooperativo. Si accorge quindi della mutazione antropologica del suo partito e si dichiara in disaccordo con le politiche consociative. In pensione, partecipa a progetti educativi nelle scuole e promuove  le iniziative di un gruppo di coetanei che otterrà dal comune di Misilmeri adeguati locali per il tempo libero degli anziani.

Fonte: http://www.misilmeriblog.it/?Id=44860

Sentite condoglianze da Giornale Di Misilmeri

mercoledì 26 giugno 2013

Conti correnti, per un bonifico i clienti pagano fino a 8 euro

Tassi per chi va in rosso (senza avere un fido) schizzati al 24%, interessi per chi lascia i soldi in banca schiacciati sullo zero virgola (0,006% in media). E spese di gestione alle stelle, con i bonifici per cassa - quelli in contanti allo sportello - che toccano i 7,75 euro (Unicredit); le commissioni per saldare le bollette con l'addebito in conto che arrivano a 4 euro (Bnl); quelle dovute per le tasse (e le comunali come l'Imu sono le più care) che raggiungono i 10 euro (Mps); 5 euro per le rate dell'affitto in contanti(Unicredit); 3 euro per ricaricare le carte prepagate (Bnl, in agenzia). Dura la vita del correntista nel giugno 2013, tra superspese e novità fiscali.

I depositi bancari tradizionali costano sempre di più alle famiglie e la forbice dei tassi si è allargata rispetto a un anno fa. Lo dice la nostra indagine fra cinque grandi banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi, Bnl, vedi tabella): il tasso creditore medio è oggi dello 0,006%, in linea con lo 0,005% del marzo 2012. È come dire che, per avere un euro di guadagno (senza contare il bollo da 34,20 euro), bisogna tenerne sul conto 16.700 (sedicimilasettecento). Ma l'interesse passivo medio dovuto da chi osa sforare senza avere un fido si è impennato al 19,8%, contro il 14,5% di un anno fa. C'è insomma ormai una differenza enorme, 19,79 punti, fra quanto le banche remunerano il denaro e quanto incassano, se lo prestano.

sabato 22 giugno 2013

Ritorna Il Calcio a Misilmeri




Terza Categoria Palermo:Importante notizia in ambito dilettantistico poichè secondo fonti attendibili il Misilmeri Calcio che dopo aver calcato importanti palcoscenici come l'Eccellenza ed aver vinto nel 91 la Coppa Sicilia negli ultimi anni ha attraversato un periodo molto difficile dopo il fallimento per mancata organizzazione all'interno della società e per mancanza di sponsor che in passato finanziavano la squadra. Adesso sembra che con l'unione di più appassionati Misilmeresi la squadra verrà iscritta nel campionato di Terza Categoria che può sembrare in sè un bassissimo livello di competizione rispetto alle categorie più importanti toccate in passato ma che restituisce una prima squadra a Misilmeri e ai Misilmeresi che meritano di certo di riottenere il Calcio nel proprio paese. Al momento però la composizione della dirigenza e quella della squadra è al momento sconosciuta ,composizione che scopriremo molto presto.

Forte scossa di terremoto nel Nord. Magnitudo 5.2, epicentro in Toscana

La terra ha tremato in Emilia, Toscana, Lombardia, Piemonte e Liguria. Una scossa di terremoto di magnitudo 5.2 è stata registrata alle 12.33 nel nord Italia. L'epicentro è in Toscana a 2 km da Fivizzano, in provincia di Massa Carrara. La profondità è di 10 chilometri. Momenti di paura fra le popolazioni interessate e in molti si sono riversati nelle strade. Una prolungata scossa di terremoto è stata avvertita venerdì alle 12:33 nel Nord Italia. L'epicentro è, secondo l'Ingv, con epicentro a 2 km da Fivizzano, in provincia di Massa e Carrara, e di magnitudo di 5.2 Richter con profondità 5.1 km.

  
Il centro sismologico americano Usgs, invece, stima il sisma in 5.1 Richter e profondità di 10 km. Il terremoto è stato seguito da oltre 30 scosse di minore intensità, le più intense di magnitudo 3.8 alle ore 13.19 e di 4.5 alle 14.12, con una profondità di 10 chilometri ed epicentro sempre a Fivizzano. Alberto Marcellini, Sismologo del Cnr, spiega che «è certo che ci saranno anche altre scosse, e non si può escludere che siano anche di una certa intensità».Una persona è rimasta ferita a Postella. A Fivizzano e Casole Lunigiana alcune abitazioni hanno riportato danni con crolli parziali e caduta di porzioni di tetto. Una frana ha isolato l'abitato di Equi Terme nel comune di Fivizzano in Lunigiana. Ma non si registrano né danni gravi, né richieste di soccorso. 

mercoledì 19 giugno 2013

Le ingiustizie cesseranno?

Il Giovane scultore Giuseppe Morici ragazzo frequentante nell'anno scolastico 2012/13 la classe quarta,è stato l'unico bocciato della sua classe. Pur avendo avuto durante il corso dell'anno, un rendimento scolastico "in grosso modo",equo a quello dei suoi compagni(da come affermavano i professori della classe,durante i ricevimenti dei genitori), è stato l’unico a non essere stato ammesso alla classe quinta. Giuseppe,il ragazzo in questione,non immaginava che avrebbe pagato cosi' le conseguenze del suo essere sempre "preciso e battagliero" quando qualcosa non andava all'interno dell'Istituto:Giuseppe ha un fratello disabile che frequenta anche lui questa scuola. Giovanni,il fratello disabile, frequenta la classe quinta.Durante gli anni,Giuseppe e la sua famiglia hanno sempre fatto in modo che Giovanni potesse far fronte al diritto all'istruzione proprio come tutti gli altri ragazzi,malgrado la sua disabilità.Tutto questo sempre con l’ausilio di un Legale che “ha aiutato “Giovanni ,tutelando i suoi diritti di studente e ragazzo UGUALE AGLI ALTRI,cosa che questo Istituto marcava nei confronti di quest’ultimo (e di altri che come lui hanno degli handicap), rendendo per niente facile la frequenza del ragazzo,il quale ha sfociato la tensione con attacchi di gastrite nervosa,di cui non aveva mai sofferto. Giuseppe per “aiutare” il fratello,ha evidentemente dato fastidio a qualcuno che non tollera i disabili e che tanto meno metta alla luce i fatti oscuri di questo Istituto,che sono piuttosto molteplici.

Inviatoci da Giuseppe Morici

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