"Secondo quanto mi ha riferito il commissario straordinario, Marco Lupo, a cui sono stati conferiti poteri per eliminare i rifiuti, che si sono accumulati nelle strade di Palermo, stimati in 2.500 tonnellate, sono stati presi a nolo 10 autocompattatori e 4 pale meccaniche per il recupero. Il commissario conta di riportare la situazione alla normalità entro 5 giorni". Lo ha detto il prefetto di Palermo, Umberto Postiglione a proposito dell'emergenza rifiuti nel capoluogo siciliano.
martedì 30 aprile 2013
Rifiuti, il commissario potenzia la raccolta: strade pulite entro 5 giorni
"Secondo quanto mi ha riferito il commissario straordinario, Marco Lupo, a cui sono stati conferiti poteri per eliminare i rifiuti, che si sono accumulati nelle strade di Palermo, stimati in 2.500 tonnellate, sono stati presi a nolo 10 autocompattatori e 4 pale meccaniche per il recupero. Il commissario conta di riportare la situazione alla normalità entro 5 giorni". Lo ha detto il prefetto di Palermo, Umberto Postiglione a proposito dell'emergenza rifiuti nel capoluogo siciliano.
La Coppa Nazionale di San Marino va alla Società La Fiorita
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| La Coppa Titano |
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| I Calciatori della Società La Fiorita festeggiano sotto la tribuna acclamati dai loro Tifosi |
La Fiorita conquista la sua terza Coppa Titano
Al termine di una finale molto combattuta la Società Polisportiva La Fiorita è riuscita a conquistare la Coppa Titano 2013. Si tratta del secondo successo consecutivo in questa competizione, il terzo nella storia del club dopo quello del lontano 1986. Quando si ottengono risultati tanto importanti è doveroso ringraziare tutti coloro che si sono impegnati nei modi più diversi per far si che ogni dettaglio sia curato con attenzione, tutti coloro che seguono con passione la squadra, le istituzioni del Castello di Montegiardino che assieme a quasi duecento compaesani hanno seguito la finale e, ovviamente, i main sponsor Asset Banca, Passion Car e Mass e tutte le aziende che partecipano anche con contributi minori.
La vittoria è stata dedicata da tutti, a Denis Mularoni, un ragazzo che per tanti anni ha vestito la divisa gialloblù e che alcuni mesi fa è scomparso tragicamente in Brasile.
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| Fabio Bollini ( La Fiorita ) |
Alan Gasperoni (Presidente): “Se è vero che vincere è molto difficile credo che confermarsi sia diventato ormai un’impresa da grandi Campioni. Noi ci siamo riusciti e questo deve renderci molto orgogliosi. La Società Polisportiva La Fiorita è una realtà che unisce una grande organizzazione alla passione della piccola squadra di paese, la nostra squadra di calcio è stata creata per ottenere grandi risultati e direi che con la conquista di due vittorie in altrettante finali l’obiettivo è raggiunto. L’appetito vien mangiando ed è ovvio che in tutti noi c’è la speranza di riuscire a ben figurare amche in Campionato ma sappiamo che sarà molto dura. Intanto ci godiamo, ancora per qualche giorno, questo importantissimo successo che tutti abbiamo voluto dedicare alla memoria di Denis Mularoni, poi, torneremo a lavorare a testa bassa per i play off di Campionato e contemporaneamente per organizzare al meglio la partecipazione all’Europa League che ci siamo guadagnati. Personalmente intendo ringraziare tutti i nostri sponsor, i nostri supporter che ci hanno sostenuto durante la partita e poi hanno atteso in paese l’arrivo della Coppa e i ragazzi che hanno compiuto l’impresa insieme ai loro tecnici. Un grazie di cuore da parte mia ai colleghi del Consiglio Direttivo, persone meravigliose e preparate con le quali è sempre molto bello condividere vittorie come quella della Coppa Titano”.
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| Festeggiamenti a fine partita |
Video Della Partita,tratto da
Questo il tabellino della finale.
Stadio Olimpico di Serravalle ( Repubblica di SAN MARINO )
SAN GIOVANNI (4-4-2):
Manzaroli; L. Zafferani, Bacciocchi, Baiardi, Zanotti; Bianchi, De Jesus, Cuttone, Pasquali (14’ st Mariani); Duarte, Ugolini.
A disp.: P. Zafferani, Giardi, Venerucci, Zerbini, Mazza, Cecchetti.
All.: Venturi.
FIORITA (4-4-1-1):
Montanari; Mazzola, Bucchi, G.L. Bollini, Vannucci; Perrotta, F. Bollini, Bellocchi, D. Rinaldi (1’ st Ceci); Mottola (22’ st Parma); Aruta.
A disp.: Giovagnoli, Pedrelli, F. Rinaldi, Cavalli, Forcellini.
All.: Berardi.
ARBITRO: Casanova.
RETI: 2’ st Aruta.
AMMONITI: D. Rinaldi, Mottola, Cuttone, G.L. Bollini, Bacciocchi, Mazzola.
ESPULSO: 35’ st Bacciocchi.
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Quali tasse paghiamo sulla benzina?
La benzina ha un prezzo davvero molto elevato, prezzo che negli ultimi anni ha raggiunto anche dei massimi storici che nessuno credeva possibili.
Proprio per questo motivo si stanno diffondendo sempre più le automobili le auto ibride e le auto elettriche, tutte vetture che possono aiutarci a diventare sempre meno dipendenti dalla benzina e ad ottenere così finalmente il tanto agognato risparmio. Ma perché la benzina ha un costo tanto elevato? Il suo costo è così alto perché oltre al prezzo del combustibile e al guadagno del gestore della pompa è necessario considerare le accise e l’IVA.
Cerchiamo innanzitutto di capire che cosa sono le accise, si tratta infatti di una tipologia di imposta un po’ particolare. Potremmo definire le accise come delle imposte di salvataggio, si tratta cioè di uno strumento che lo stato utilizza per riuscire a raccogliere fondi per varie tipologie di emergenze.
Si possono in questo modo raccogliere i fondi necessari per ripagare le spese di guerra, per aiutare le zone in cui si sono abbattuti terremoti, alluvioni o altre tipologie di disastri naturali, per finanziare progetti di grande importanza sociale. Di per sè le accise non possono quindi essere considerate negative, in fin dei conti si tratta infatti di tasse che aiutano il paese. O almeno così dovrebbe essere. In realtà noi oggi paghiamo ancora delle accise per eventi che ormai fanno parte del passato. Un esempio? Sulla benzina paghiamo ancora le accise per la guerra in Abissinia del 1935, assurdo non vi pare?
Considerando che le accise costituiscono più di un terzo del prezzo che paghiamo per la benzina potete rendervi conto benissimo che si tratta di una condizione del tutto inaccettabile, non sarebbe meglio rivedere le accise per cercare di garantire dei prezzi un po’ più bassi ai cittadini italiani che oggi come oggi vivono una grave crisi economica?
Vi riportiamo di seguito il valore delle accise, con ovviamente le motivazioni che hanno portato alla loro nascita, per un litro di benzina ricordandovi che questi dati sono aggiornati al 2011:
· 0,001 euro – guerra di Abissinia (1935)
· 0,007 euro – crisi di Suez (1956)
· 0,005 euro – disastro del Vajont (1963)
· 0,005 euro – alluvione di Firenze (1966)
· 0,005 euro – terremoto del Belice (1968)
· 0,051 euro – terremoto del Friuli (1976)
· 0,039 euro – terremoto dell’Irpinia (1980)
· 0,106 euro – missione in Libano (1983)
· 0,011 euro – missione in Bosnia (1996)
· 0,020 euro – rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
· da 0,0071 a 0,0055 euro – finanziamento alla cultura (2011)
· 0,040 euro – emergenza immigrati crisi libica (2011)
E queste sono solo alcune delle accise previste. Non solo, sia sul prezzo del combustibile che sulle accise è ovviamente anche necessario calcolare l’IVA.
Fonte: cometrovarelavoro.it
Misilmeri pulita a mano
Sono senza stipendio ormai da due mesi e il 2 Maggio attorno ad un tavolo in Viale Campania a Palermo si deciderà il loro futuro lavorativo, il destino di 190 lavoratori Coinres è ancora appeso ad un filo.
In molti paesi del consorzio la situazione è di emergenza e per scongiurarla i Comuni sono stati costretti a rivolgersi a ditte esterne. A Misilmeri tutto ciò non è accaduto, eppure i lavoratori avrebbero diversi motivi per lamentarsi: "Il Comune di Misilmeri ci ha abbandonati, nei nostri confronti c'è il menefreghismo assoluto"
Li abbiamo incontrati mentre ripulivano a mano, la lunga striscia di rifiuti davanti Piazzale Vittime di Nassiriya: "Oltre all'incertezza lavorativa che pesa su di noi e sulle nostre famiglie, ci ritroviamo a lavorare senza mezzi idonei, stanotte in questo tratto, raccoglieremo circa 12.000 Kg di spazzatura e lo faremo con le mani, perchè oltre agli autocompattatori non ci sono mezzi e nessuno si mobilità per procurarceli.
Lo sfogo dei lavoratori non si esaurisce: "Potremmo essere a dormire come alcuni nostri colleghi di altri paesi, ma noi siamo Misilmeresi e ci teniamo a mantenere il nostro paese decoroso, ma è davvero assurdo lavorare in queste condizioni, il territorio da coprire è sempre più vasto, visto che comprende anche le contrade di Rocca Bianca e coda di volpe, ma i mezzi sono sempre di meno. Forse- continuano i lavoratori- siamo l'unico paese della Sicilia, sprovvisto di "vasca" ( un furgoncino o una motoape provvisto di un vano posteriore per la raccolta ndr) che ci permetterebbe di raccogliere i rifiuti dei bar, dei ristoranti, delle scuole o nelle stradine strette, insomma ci sentiamo abbandonati.
E' uno sfogo che definiremmo legittimo, di alcuni padri di famiglia Misilmeresi, che pur in un momento molto delicato della loro vita lavorativa hanno deciso di non creare un emergenza ma anzi di mantenere il nostro paese quanto più decoroso possibile.
Fonte: misilmeriblog.it
Senato, Letta: "Inevitabile stare insieme" Berlusconi: "Abolizione Imu o non ci stiamo"
Difende la logica delle larghe intese Enrico Letta, durante il suo intervento sulla fiducia in Senato. Dice che la situazione resta di "gravissima emergenza", che "non scompare perché la Camera ha dato ieri il voto di fiducia". Ma intanto, sul nuovo esecutivo, incombe già la grana dell'Imu. In prima mattinata l'intervento del ministro Franceschini che precisa: "Quella annunciata ieri dal premier è solo una proroga".
Pronta la risposta del Pdl. Silvio Berlusconi è stato lapidario: «Senza la modifica dell'Imu non sosteremo il governo».
In ogni caso: «Abbiamo preso atto della dichiarazione di Letta sull'Imu, ma è presto per commentare, abbiamo bisogno di vedere i dettagli delle misure che verranno prese». E lo stesso premier che poi ci tiene a precisare: «Sull'Imu vale quello che ho detto in Aula». E cioè: «superare l'attuale sistema di tassazione sulla prima casa» parlando di uno stop alla scadenza di giugno per «dare il tempo di elaborare insieme una riforma complessiva».
Finanziaria, proteste davanti all'Ars Ardizzone ai precari: "Abbiate pazienza"
Lavoratori della formazione professionale e sindacalisti delle federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil si sono incatenati davanti a palazzo dei Normanni per protestare contro un nuovo rinvio dell'incontro col governo regionale per la ratifica dell'accordo raggiunto l'altro ieri sui tre settori della formazione professionale e sull'avvio delle procedure di finanziamento della seconda annualità del piano dell'offerta formativa. "Il governo Crocetta e gli assessori Scilabra e Bonafede - dice Giusto Scozzaro, segretario regionale della Flci - dimostrano insensibilità istituzionale e non comprendono che stanno facendo cambiare atteggiamento a persone che hanno sempre creduto nelle forme istituzionali e democratiche del confronto. Quello del governo è un atteggiamento inaccettabile".
lunedì 29 aprile 2013
Eurogendfor, cos’è la gendarmeria europea?
Il potere dell’Unione Europea non si manifesta solo sulla nostra politica finanziaria ma ora anche su un aspetto importante del nostro convivere civile. Importante ma clamorosamente sottaciuto, ma che noi riteniamo fondamentale affrontare ai fini di Capire il quadro complessivo dell’attuale situazione europea.
L’argomento è poco conosciuto, trattato esclusivamente da pochi siti web e completamente marginalizzato, se non proprio ignorato, dai media mainstream nazionali. Parliamo dell’Eurogendfor. Cos’è l’Eurogendfor? Perché è importante Capire di cosa si tratta?
Innanzi tutto, potremmo sostenere con ferma certezza che l’Eurogendfor è la prova provata di quanto la stragrande maggioranza dei cittadini italiani siano completamente all’oscuro del contenuto dei trattati e degli accordi comunitari. L’Eurogendfor viene istituita il 18 ottobre del 2007 a Velsen, in Olanda, con un omonimo Trattato firmato da Italia, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Portogallo; a cui in un secondo tempo si è aggiunta la Romania nel 2008. L’arma è formata da agenti provenienti dalle polizie militari dei paesi firmatari, nel caso dell’Italia il corpo dei Carabinieri e ha la sua base operativa sul territorio del nostro Paese, precisamente presso la Caserma “Generale Chinotto” di Vicenza.
Sul sito istituzionale si legge che viene: “costituita per Trattato con lo scopo di rafforzare le capacità di gestione delle crisi internazionali e contribuire alla Politica di Difesa e Sicurezza Comune (PSDC). Eurogendfor può essere considerata come uno strumento integrato finalizzato a condurre missioni di polizia in diversi teatri, inclusi quelli destabilizzati, a supporto dell’Unione Europea (EU), l’Organizzazione del Trattato Nord-Atlantico (NATO), le Nazioni Unite (UN), l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europea (OSCE) o eventuali coalizioni ad hoc.”
Fino ad ora questa forza di polizia europea è stata utilizzata prevalentemente in missioni all’estero, come nel 2007 in Bosnia- Herzegovina, nel 2009 in Afghanistan sotto la guida della NATO e nel 2010 ad Haiti in supporto alle Nazioni Unite. Sempre sul sito istituzionale si legge che i compiti principali dell’Eurogendfor riguardano la sostituzione delle forze di polizia locali o il loro rafforzamento nelle situazioni di crisi d’ordine pubblico e impiego in operazioni umanitarie. Quello che potremmo definire il “lato oscuro” di quest’istituzione europea, nascosto dietro la facciata delle missioni umanitarie e del motto: “Lex Paciferat”, è molto preoccupante. Gli agenti dell’arma, che può agire naturalmente sul territorio dei Paesi comunitari, rispondono esclusivamente al Cimin, il Comitato Interministeriale composto dai Ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. L’EGF nelle sue missioni ha compiti quasi illimitati: supervisioni, arresti, indagini penali, attività d’intelligence, controllo delle frontiere, formazione di personale, pubblica sorveglianza, protezione di beni e persone; ma, in cima alla lista della mansioni, come sottolineato anche sul sito istituzionale, troviamo le “missioni di ordine pubblico”.
Non pochi intravedono un sottile richiamo in questi scopi principali alla UEO e in particolare alla questione sorta con la dichiarazione Petersberg del giugno 1992, quando il Comitato Interministeriale, riunito appunto a Petersberg (Bonn), approva una Dichiarazione che individuava una serie di compiti, precedentemente attribuiti alla stessa UEO, da assegnare all’Unione Europea; le cosiddette “missioni Petersberg”: missioni umanitarie o di evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonché le missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi, ivi comprese operazioni di ripristino della pace, o meglio note come Peacekeeping.
Non è azzardato immaginare come questa forza potrà in futuro essere utilizzata anche in caso di forti scontri di piazza o in caso di rivolta popolare contro il governo in carica, o contro la stessa UE presumiamo. Nei giorni più accesi degli scontri avvenuti ad Atene, nell’ottobre del 2011, molti blog d’informazione greci e anche una radio hanno dato notizia dell’approdo di un contingente dell’Eurogenfor sull’isola di Igoumenitsa. Questa notizia, naturalmente segnalata come falsa e priva di fondamento dal governo greco, è stata ripresa e ritenuta affidabile anche dal documentarista della BBC, David Malone, sul suo blog: “Che differenza c’è esattamente tra Eurogendfor e qualsiasi altra forza mercenaria? Il governo Greco potrebbe ‘invitare’ qualsiasi esercito privato. Non importa come inquadrare Eurogendfor ,la realtà è che il popolo Greco non ha votato a favore di questo trattato e di certo non gli è stato chiesto se è d’accordo che delle forze straniere quasi militari possano operare in Grecia. Se questa storia si rivela essere vera, allora significa che il governo Greco, come tutti i governi nel corso della storia che hanno perso ogni legittimità con la loro stessa gente, cerca il sostegno militare di forze esterne con cui reprimere il proprio popolo. Una volta vista in questo modo, alla fine entra in gioco la parola tirannia. E questa parola ha conseguenze estremamente gravi.”
Leggendo il trattato che istituisce la gendarmeria, i timori espressi da molti prendono consistenza. Secondo l’art. 21 i locali, edifici, archivi, atti, file informatici, registrazioni e filmati di proprietà dell’arma sono da ritenersi inviolabili; l’art.22 garantisce un’immunità da provvedimenti esecutivi dell’autorità giudiziaria dei singoli stati nazionali, estesa alle proprietà ed ai capitali del corpo di gendarmeria, mentre l’art.23 dispone che le comunicazioni non possano essere intercettabili, l’art.28 chiarisce come i Paesi firmatari, rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni, l’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor. Infine, ma forse di maggior importanza, l’articolo 29 enuncia: “I membri del personale di Eurogendfor non potranno subire alcun procedimento relativo all’esecuzione di una sentenza emanata nei loro confronti nello Stato ospitante o nello Stato ricevente per un caso collegato all’adempimento del loro servizio”.
Il Parlamento italiano ha ratificato il Trattato il 14 maggio 2010. La Camera dei deputati lo ha approvato con voto unanime: presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442. Di lì a poco, anche Palazzo Madama si è adoperato per far passare il trattato che in poco tempo riceve il via libera dell’aula. Il 12 giugno 2010 il Trattato di Velsen entra in vigore nel nostro Paese, all’oscuro dei cittadini, senza alcun dibattito o discussione al riguardo e con il benestare di tutta la nostra classe politica, senza alcuna differenza di partito.
Fonte: capiredavverolacrisi.com
Mini emergenza rifiuti
Mini emergenza rifiuti
Torna come un fastidioso malanno di stagione l'emergenza rifiuti. Questa comunque rispetto agli anni scorsi si può definire una mini emergenza.
Il disservizio nasce dal mancato pagamento dello stipendio di Marzo ai lavoratori del Coinres e all'incertezza sul loro futuro lavorativo,ancora non del tutto chiaro.
La situazione comunque starebbe per tornare alla normalità, sono stati infatti raccolti i cumuli di rifiuti nel corso principale e Lunedì dovrebbe essere raccolta anche quella di Viale Europa, dove soprattutto davanti Piazzale vittime di Nassiriya la spazzatura ha raggiunto livelli emergenziali.
All'inizio della settimana entrante una delegazione di lavoratori Coinres dovrebbe essere ricevuta dai Commissari.
Ci auguriamo che possa prevalere il buonsenso ed inoltre ci rivolgiamo ai lavoratori Coinres, specie quelli Misilmeresi, affinché seppur in una situazione di incertezza lavorativa, possano mantenere il paese pulito, come ad onor del vero, hanno sempre fatto, anche quando in passato si sono verificati prolungati ritardi nei pagamenti dei loro stipendi.
Fonte: Misilmeri Blog
Emanuele Di Girolamo: L’UE e le sue contraddizioni
L’imminente ingresso nell’UE della Croazia avviene in un momento di grave crisi dell’Unione, che è alle prese con le contraddizioni sempre più evidenti alla base della sua creazione. Voluta e sostenuta fortemente dalla superpotenza che da oltre 70 anni incide in tutte le scelte chiave delle nostre “democrazie” è oggi sempre più chiaramente percepita come un organismo in cui non tutti gli Stati hanno pari dignità e come un elefantiaca tecnocrazia che impone le sue scelte dolorosissime senza la minima legittimazione democratica. La sua scommessa di maggior successo sulla carta, la creazione di una moneta unica sta distruggendo le economie di Paesi che non possono sostenere le assurde e utopiche regole imposte dalla suddetta tecnocrazia. L’euro presuppone che i Paesi che ne fanno parte convergano verso gli stessi parametri che però non tengono in alcun conto delle differenze socio-economiche e di struttura produttiva che caratterizzano da sempre gli Stati Europei e che in fondo sono la vera ricchezza del nostro Continente.
Anche lo stesso allargamento a Est dell’Unione, adottato senza preoccuparsi minimamente dell’impatto socio-economico che avrebbe avuto, ha prodotto enormi squilibri e risposte estremiste che vanno sempre più diffondendosi in Europa (Grecia e Ungheria in primis). Molti dei nuovi membri dell’UE non si pongono più come obiettivo l’adesione alla moneta unica e la stessa Turchia è sempre meno attratta dal “modello” europeo, dopo aver bussato invano per quasi 50 anni alla porta di Bruxelles. D’altra parte, l’unico organismo europeo eletto democraticamente (il Parlamento) non ha allo stato attuale il potere di incidere sulle scelte fondamentali della costruzione europea, né di fermare la pericolosa deriva tecnocratica dell’UE.
Sapere che un Paese europeo come la Grecia è ridotto in condizioni di semi-schiavitù allo scopo di restituire il debito contratto ed essendo per di più commissariato in qualsiasi scelta di politica economica, sta mostrando il volto peggiore e la mancanza di solidarietà che contraddistingue oggi l’Unione Europea. Ma questo è soltanto il risultato che gli studiosi di relazioni internazionali definiscono “realismo” politico. In un’organizzazione e nelle relazioni inter-statali i rapporti di forza emergono quando siano in gioco interessi veri, siano essi di natura politica interna, economici, di status e di prestigio. Ignorare questa realtà, affidandosi all’utopia liberale della cooperazione come migliore risultato possibile nei rapporti tra Stati, significa consegnarsi alla grande finanza e a coloro che possono trarre i maggiori benefici dalla speculazione sui debiti sovrani, vista l’assoluta mancanza di controlli e azioni giuridiche adeguate. Senza cambiamenti radicali, l’esperimento europeo rischia di trasformarsi in una breve parentesi di illusioni e di povertà.
Emanuele Di Girolamo
Oggi il test fiducia per il governo Il discorso di Letta, i consigli del Colle
Lo sguardo segnato dalla tensione di queste settimane, le spalle incurvate, la bocca stretta in una smorfia di fatica, quando congeda i nuovi ministri che hanno brindato con lui nel Salone degli specchi, Giorgio Napolitano sospira come uno che si è liberato da un grande peso. La cerimonia per il giuramento del nuovo governo si è appena conclusa ed è ovvio che il presidente della Repubblica sia soddisfatto, ma anche svuotato dallo stress. Per il Letta-1 si apre adesso la prova del voto di fiducia, tuttavia l'incognita dissidenti (del Pd) sembra in via di assorbimento. A sgombrarla quasi del tutto potrebbe essere oggi il discorso del premier in aula.
domenica 28 aprile 2013
Il Palermo batte L'Inter 1 a 0 e spera,Brutto K.o per Zanetti
Nerazzurri addio all'Europa, per i rosanero tre punti salvezza. Zanetti ko
Palermo-Inter 1-0
Palermo (3-5-2): Sorrentino 6; Von Bergen 6,5, Donati 6,5, Aronica 6; Morganella 6, Barreto 6,5, Rios 7, Kurtic 7, Garcia 6,5 (35' st Nelson sv); Ilicic 7,5 (27' st Hernandez 6), Miccoli 7 (42' st Munoz sv).
A disposizione: Benussi, Brichetto, Viola, Dybala, Anselmo, Fabbrini, Boselli, Faurlin, Sperduti.
All.: Sannino 7
Inter (3-5-2): Handanovic 6,5; Ranocchia 5,5, Silvestre 4 (25' st Garritano 6), Juan Jesus 5; Jonathan 6, Zanetti sv (17' Schelotto 4), Kovacic 5, Kuzmanovic 5 (41' st Forte sv), Pereira 5; Alvarez 6, Rocchi 5,5.
A disposizione: Belec, Carrizo, Benassi, Chivu, Pasa, Ferrara.
All.: Stramaccioni 5
Arbitro: Orsato
Marcatori: 10' Ilicic
Ammoniti: Miccoli, Morganella, Barreto (P), Silvestre, Juan Jesus (I)
CLICCA SOPRA IL LINK PER VEDERE LA SINTESI DELLA PARTITA
Inter fuori dall'Europa e Palermo salvo per gli scontri diretti favorevoli contro il Genoa: questi i verdetti al termine della 34.a giornata. Un'altra partita da dimenticare per i nerazzurri in una stagione da archiviare alla svelta per risultati, infortuni, cattiva sorte. Una giornata importantissima per i rosanero di Sannino, che conquistano un successo che vale doppio per continuare a sperare nella permanenza in Serie A.
L’INPS è vicina alla bancarotta, ma vogliono stanziare 11 milioni di sussidi per gli immigrati
Poche settimane fa il Presidente INPS Antonio Mastropasqua ha avvisato il governo che, a causa della fusione con Inpdap e Enpals l’ente previdenziale italiano se non sarà effettuata una nuova riforma, andrà in bancarotta entro il 2015 (leggi la notizia) ma il governo anziché fare qualcosa per risanare la situazione, magari riducendo le mega pensioni che ci costano oltre 10 miliardi di euro all’anno, sembra deciso a stanziare nuovi sussidi, che prosciugheranno ancora prima le casse dell’INPS: a beneficiarne, sarebbero gli immigrati…
La Uil-Pa: 11 milioni destinati a famiglie straniere a basso reddito
Ora che manca un governo nel pieno delle funzioni, che la crisi economica continua a mordere le caviglie soprattutto dei giovani, che centinaia di migliaia di esodati sono ancora in attesa della prima pensione, pare che sia un serbo una nuova, controversa sorpresa che potrebbe mettere in serio pericolo le già prosciugate casse dell’Inps.
A quanto pare, infatti, il governo Monti, in carica per affari correnti da tempo immemore, ma che non ha rinunciato a varare altri provvedimenti urgenti, come il decreto dello sblocco dei pagamenti della Pa verso le imprese, avrebbe in cantiere una proposta shock prima di abbandonare la nave al prossimo, non ancora identificato comandante: riconoscere il diritto al sussidio per i nuclei familiari a basso reddito anche alle famiglie di immigrati.
L’allarme è lanciato dalla Uil-Pa. Si tratta, in realtà, della correzione dovuta a una procedura aperta nei confronti dell’italia, che però l’esecutivo agli sgoccioli starebbe risolvendo nel modo peggiore: pescando proprio nei fondi dell’istituto di previdenza, dove, cioè, i fondi sono ridotti al lumicino, anche in seguito allo scellerato accorpamento con la vecchia Inpdap.
“Nel suo ultimo anelito di vita, il Governo in uscita tenta di affondare un ulteriore duro attacco nei confronti dell’INPS e dei lavoratori dipendenti” così Benedetto Attili denuncia la possibilità che la decisione venga presa in tempi stretti. Secondo la denuncia del sindacato, infatti, sarebbe già pronta la norme che, in base alla legge 448/1998, (art.65) riconoscerà anche alle famiglie di extracomunitari residenti nel nostro Paese i sussidi per i nuclei a basso reddito.
E tutto ciò, secondo la Uil, avrebbe un costo già definito: 11 milioni di euro che sarebbero prelevati proprio dalle tasche della previdenza nazionale: “Siamo di fronte ad un nuovo ed inaccettabile tentativo dell’esecutivo di minare alle basi la funzionalità dell’Istituto e di compromettere seriamente la sostenibilità delle politiche previdenziali già fortemente depotenziate a seguito di interventi sconsiderati”.
Il portavoce sindacale, in ogni caso tiene a precisare che “non entriamo assolutamente nel merito dell’iniziativa sociale, che consideriamo lodevole e degna di un Paese civile, ma contestiamo fermamente la soluzione finanziaria adottata”. Dunque, si tratterebbe di conservare le finanze faticosamente messe da parte dai lavoratori dipendenti in decenni di attività: “Non consentiremo ad alcuno di perpetrare il depauperamento del nostro patrimonio previdenziale, vanificando i sacrifici dei lavoratori dipendenti che quel patrimonio lo hanno faticosamente costituito per finalità che nessuno ha il diritto di alienare”.
Fonte: leggioggi.it
Grecia sempre più a picco grazie alle folli e pseudo politiche della ue: pronto il licenziamento degli statali
Da tempo i criminali della troika hanno ordinato il licenziamento di migliaia di dipendenti pubblici. Per un po’ il governo ellenico ha fatto resistenza, ma ora i licenziamenti di massa sono pronti a partire.
Entro la fine di luglio, ha detto il ministro per la Riforma Amministrativa Antonis Manitakis, il piano per il ”nuovo settore pubblico” sarà ultimato. In base a tale piano, concordato con i rappresentanti della troika, entro la fine del 2014 dovranno essere licenziati 15.000 dipendenti di cui i primi 4.000 entro la fine del 2013 e i restanti 11.000 entro il 2014. Per ogni dipendente che verrà licenziato, promette il governo, sarà assunto un giovane con i requisiti previsti dalla legge per le assunzioni nel settore pubblico. Riguardo la ristrutturazione di alcuni ministeri, approvata dal Consiglio per la Riforma dello Stato, fonti del ministero della Pubblica Amministrazione sostengono che essa ha come obiettivo la riduzione della burocrazia e il miglioramento dei servizi a favore del cittadino.
Il prossimo 1° Maggio i sindacati hanno proclamato l’ennesimo sciopero generale contro i nuovi tagli al welfare e al lavoro imposti dal governo Samaras.
Fonte: contropiano.org
Spari davanti Palazzo Chigi,Mentre Il Premier Letta pronuncia il Giuramento
Intorno le 11.30 mentre Il Premier incaricato Enrico Letta pronunciava il Giuramento alla presenza del Presidente della Repubblica.
Un uomo disperato per le condizioni economiche sparava ferendo 2 carabinieri e una donna incinta.Un atto sicuramente da condannare ma i politici o pseudo tali devono prendere atto della disperazione della gente prima che succeda qualcosa di veramente grave.! anche se già l'accaduto di oggi lo è.
sabato 27 aprile 2013
Governo: Ecco la Squadra di Letta
Governo, Letta ha sciolto la riserva.
21 ministri: Alfano all'Interno e vicepremier.
Saccomanni all'economia, Cancellieri giustizia
Bonino agli Esteri, Mauro alla Difesa
Il premier incaricato ha accettato di formare il governo, dopo l'incontro di un'ora con il capo dello Stato. Domani alle 11.30 il giuramento. Tra le sorprese Cecile Kyenge ministro dell'Integrazione, Massimo Bray ai Beni culturali, Iosefa Idem alle Pari opportunità. Sette le donne
Alla Difesa andrà Mario Mauro, di Scelta civica. Alla Giustizia - casella delicatissima - Annamaria Cancellieri. Agli affari europei, riconfermato, Enzo Moavero. Agli Affari regionali Graziano Delrio (Pd), attuale presidente dell'Anci. Maurizio Lupi - Pdl, area Comunione e Liberazione - alle Infrastrutture. Enrico Giovannini - presidente dell'Istat - al Lavoro. Alla Coesione territoriale Carlo Trigilia, sociologo e professore a Firenze. Ai Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Alle Pari opportunità Iosefa Idem, pluricampionessa olimpica nella canoa, eletta nel Partito democratico. Alla Semplificazione va Giampiero D'Alia, segretario regionale dell'Udc in Sicilia e vicecapogruppo di Scelta civica alla Camera.
Allo Sviluppo economico Flavio Zanonato (Pd), sindaco di Padova. Alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, deputato Pdl, avvocato, 38 anni, il cui matrimonio con il Pd Francesco Boccia è stato uno dei fatti politico-sentimentali della scorsa legislatura. All'Università e ricerca Mariachiara Carrozza, professoressa alla Scuola superiore Sant'anna di Pisa. Alla Salute Beatrice Lorenzin, Pdl, in politica fin dagli esordi di Forza Italia, con il movimento giovanile del partito.
E poi Gaetano Quagliariello - uno dei saggi scelti da Napolitano - andrà agli Affari costituzionali. Andrea Orlando, giovane turco del Pd, sarà ministro dell'ambiente. Cecile Kyenge (Pd) - di origine congolese - è il nuovo ministro dell'Integrazione (foto). Ai Beni culturali Massimo Bray, direttore editoriale Treccani e deputato Pd. Infine Filippo Patroni Griffi, ministro
uscente della Pubblica amministrazione, è il nuovo sottosegretario alla presidenza del consiglio.
Marco Della Luna: Morire per Maastricht con Enrico Letta e l’Eurogendfor: il matrimonio tra partitocrazia e poteri forti porterà infatti miseria e repressione violenta..
Rieleggere Napolitano al Colle e puntare decisi a legittimare con una riforma costituzionale il presidenzialismo di fatto, svuotando di poteri e dignità il parlamento in favore della Commissione Europea, della BCE e del Quirinale, serve appunto a questo. E’ stata subito confermata la linea neoliberista e fiscalista, gli uomini del Bilderberg, del FMI e dell’UE sono i primi a congratularsi.
E Napolitano, col plauso di quasi tutti, incluso Berlusconi, incarica di formare il governissimo “senza alternative” l’on. Enrico Letta, che, come economista e come politico, è assolutamente improponibile come premier, per ciò che ha fatto e per ciò che è stato. Però si capisce anche perché e per cosa è stato scelto…
Cresciuto nella scuola economica di Andreatta (autore di quella riforma monetaria che gettò il debito pubblico italiano nelle grinfie della vorace speculazione internazionale, facendolo raddoppiare in rapporto al pil nel giro di pochi anni) nonché di Prodi (autore, con Draghi, della deregulation bancaria del 1999 che ha consentito alle banche di giocare nella bisca dei mercati speculativi coi soldi dei risparmiatori); di Prodi fu anche sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Enrico è inoltre membro di organismi di area Rockefeller ( Aspen Institute, Trilateral Commission), frequentatore del Bilderberg, ossia dei fari illuminanti della finanziarizzazione, della liberalizzazione (o pseudo-liberalizzazione, se consideriamo che la fiscalizzazione dei danni da frode non rientra certo nel liberalismo), della globalizzazione dell’economia e del mondo intero. Coerentemente con questa linea di ingegneria finanziaria e sociale, Enrico Letta, già membro della commissione per l’Euro 1994-1997, ha persino scritto un libro intitolato: “Euro sì. Morire per Maastricht”, Laterza 1997, in cui scrive che vale la pena di morire per l’Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di “morire per la Polonia” e che …non c’è un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di … una moneta unica….” (2) e…”abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che … quando davanti ai loro occhi si spalancherà il grandissimo mercato europeo, sarà come invitarli a una vendemmia in campagna. E’ impossibile che non abbiano successo…il mercato della …moneta unica sarà una buona scuola. Ci troveremo bene… (3) ” (Fonte: Perché hanno messo Enrico Letta? in www.cobraf.com)24.04.2013.
Quindi Letta, come economista e come partecipe delle istituzioni di ambito monetario, non solo non aveva avvertito verso che cosa si andava con Maastricht, col blocco dei cambi, coi vincoli di bilancio, con la deregulation bancaria – non solo non aveva lanciato l’allarme, ma ha sempre spinto in quella direzione, e ha professato un’obbedienza rigida, fino alla morte, verso quelle illuminate riforme, anzi pare abbia addirittura contribuito a pianificarle. Quindi diffidenza radicale verso di lui, non solo come economista, ma anche come statista, come cristiano, come uomo di sinistra.
“Tutto ciò che fa il parlamento è democratico” rassicura Stefano Rodotà, candidato dal M5S, dall’alto delle sue laute e meritate rendite pubbliche, dimenticando di precisare:. “Soprattutto se quel parlamento è un parlamento di nominati, nominati da non più di venti persone delle segreterie/cda dei partiti”.
La partitocrazia poteva salvarsi solo garantendo gli interessi dei poteri forti internazionali sull’Italia.
Napolitano già nel 2006 aveva apposto la sua firma accanto a quella del premier Prodi, sulla riforma dello Statuto della Banca d’Italia, riforma reclamata da Draghi per legittimare la piena proprietà privata della stessa Banca d’Italia. Che poi si è mossa o non mossa come abbiamo visto nel caso MPS. Anche quella è stata un’avanzata privatizzazione di un potere pubblico sovrano, quello monetario.
Napolitano, nel novembre del 2011, su richiesta della Merkel e di altri, aveva sostituito Monti a Berlusconi, e poi ha sostenuto vigorosamente tutta la politica finanziaria ed economica di Monti, pur vedendo i disastri che essa cagionava al Paese, nella sua obbedienza alle prescrizioni della Germania.
Napolitano, da ultimo, ha concesso la grazia all’agente della CIA, col Joseph Romano, già condannato, che rapì, su suolo italiano, Abu Omar, per farlo torturare in Egitto – l’ha concessa senza che nemmeno Romano dovesse disturbarsi per richiederla.
Napolitano il 24.04.13 ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Enrico Letta, PD,, economista della scuola di Andreatta e di Prodi (autori, come abbiamo visto, delle riforme più perniciose per il paese, già sottosegretario alla presidenza del consiglio sotto Prodi, dirigente dell’Aspen Institute Italia, frequentatore del Gruppo Bilderberg, membro della Trilateral Commission – tutti organismi di segno neoliberista, legati alla grande finanza apolide, e propugnatori dei progetti illuminati della migliore cultura massonica.
Molti sentivano il bisogno di un presidente della Repubblica che facesse gli interessi del popolo rispetto a quelli del capitalismo privato, e dell’Italia rispetto a quella degli stranieri. Sono stati frustrati.
Ora a Napolitano si conferma, all’interno, la richiesta di farsi da garante della coesione della partitocrazia necessaria alla tutela degli interessi della partitocrazia stessa; e, dall’esterno, di farsi garante della obbedienza dell’Italia alle potenze dominanti, e a una politica economico-finanziaria suicida, che avvantaggia il capitalismo bancario straniero a danno degli italiani.
E’ a questa richiesta che si deve il suo successo e la sua ri-elezione, a questa capacità di duplice e congiunta garanzia, di giunzione tra gli interessi forti esterni e quelli sempre meno forti interni, che gli assicura il sostegno “delle cancellerie che contano”?
In ogni caso, sia chiaro che non intendo esprimere un giudizio politicamente o moralmente negativo su Napolitano: il ruolo che egli svolge sicuramente non è esaltante, i suoi atti sopra ricordati nemmeno, ma probabilmente l’uno e gli altri non sono una scelta sua, derivano ineluttabilmente dai vincoli gravanti sull’Italia nel contesto e nella gerarchia internazionale. Non è improbabile che Napolitano per primo deplori ciò che è costretto a fare, e che stia cercando di limitare le sofferenze degli italiani nel corso di un processo che non ha avviato e non può arrestare.
Confermata la policy recessiva: quindi aspettiamoci agitazioni popolari e prepariamoci alla violenza di Stato
La partitocrazia, traballante per la sua delegittimazione e i disastri delle sue scelte, rinuncia a ogni finzione di cambiamento invocato dalla gente, modifica come e quanto serve la costituzione, e si prende qualche mese aggiuntivo ricompattandosi e mummificandosi. Ha un anno e mezzo al massimo, per realizzare due cose:
-o rilegittimarsi attraverso un rilancio dell’economia e dell’efficienza del sistema paese;
-oppure allestire un apparato autocratico di repressione e di intimidazione poliziesche con cui domare l’inevitabile rabbia di popolo, che potrebbe sfociare nella prima rivoluzione italiana (la quale sarebbe anche la prima azione collettiva unificante e fondatrice di una unità nazionale italiana, sinora n on realizzatasi).
Qualcuno pensa che, fra altri sei mesi di peggioramento economico quale stiamo avendo da anni, si potrà governare gli italiani col loro consenso e con le buone, senza ricorrere alla violenza di Stato? Ricordo che in Italia la ragion di Stato è ricorsa alle stragi terroristiche per delegittimare il dissenso radicale su temi socio-economici in altri periodi critici.
Vorrei poter pensare che un governissimo di scopo, o un governo di unità e salvezza nazionali, possa rilanciare l’Italia, forte della straordinaria ampiezza della sua maggioranza; e non posso escludere, onestamente, che sia questo il disegno anche di Napolitano, oltre che dei capi di Pd. Pdl, Scelta Civica. Ma non lo credo proprio.
Purtroppo, però e per ora, la continuazione sulla linea del rigore suicida è stata confermata, il programma dei partiti in campo e quello dei Dieci saggi è risibile in rapporto ai problemi economici, e del resto gli strumenti per una diversa politica finanziaria mancano, essendo stata ceduta la sovranità non solo monetaria, ma anche fiscale e finanziaria, ed essendo stato eretto a norma costituzionale il dogma monetarista Inoltre, ai partiti manca la competenza tecnica-economica e i loro uomini sono specializzati e selezionati nel senso che sappiamo; infine, le larghe intese sono automaticamente spartitorie.
Gli strumenti per la seconda soluzione, la soluzione repressiva, invece, ci sono tutti, grazie al MES, al Trattato di Lisbona e all’Eurogendfor, che è il corpo di polizia antirivolta europea, approvato da tutto il parlamento il 09.03.10, composto esclusivamente di corpi militari e non civili, sottratto alla normale responsabilità e giurisdizione, e per ora senza limitazioni nei tipi di armi che può usare contro i civili – vedi gas e armi elettromagnetiche e acustiche più o meno subletali.E’ sostanzialmente un corpo di polizia quasi-militare straniero che il Cimin, comitato dei ministri degli interni europei, farà invitare dai governi sul cui territorio vi siano tensioni sociali, specialmente dovute a proteste popolari contro le misure economiche e fiscali imposte a tutela della grande finanza, come già avvenuto in Grecia. Non è un esercito comune e paritario dei popoli europei, creato per difendersi da possibili attacchi esterni. E’ l’esercito dei banchieri e dei paesi creditori, creato per tener sottomessi i popoli debitori e farli pagare e prendergli i risparmi e i redditi1.
Immaginatevi reparti di polizia militarizzata formati di tedeschi mandati contro una sommossa popolare di italiani disperati e rovinati dalle politiche finanziarie fatte in obbedienza a Berlino e nel suo interesse. Militari tedeschi che vedono gli italiani come gente con poca voglia di lavorare e molta di sprecare, che minaccia il loro benessere e la loro egemonia. Militari tedeschi che sanno che, per ciò che faranno, non saranno soggetti a giudici italiani. Militari tedeschi che sanno che il governo italiano dipende dal sì tedesco per poter continuare a sostenere il proprio debito pubblico. Quanti scrupoli avranno, a tirare il grilletto? E quelli che hanno firmato l’adesione o sottomissione dell’Italia a questa Eurogendfor sono tra quelli che vanno a commemorare Marzabotto, S. Anna di Stazzema e le fosse Ardeatine… Da “Morire per Maastricht” a “Uccidere per Maastricht!” L’Italia neorepubblichina fa leggi per legittimare chi la dovrà occupare.
Insomma, sapendo che l’economia italiana non ripartirà, soprattutto con la linea di austerità che è già stata riconfermata, è ovvio che il governo delle larghe intese avrà come asse portante, oltre all’attacco al risparmio, alla residua ricchezza degli italiani, l’organizzazione di un forte apparato autoritario e repressivo, iniziando con un adeguato battage mediatico preparatorio, che lo giustifichi moralmente.
“Il dissenso può essere espresso solo nelle forme della legalità”, continua la rassicurazione di Rodotà, dall’alto dei suoi redditi e della sua autorevolezza di sinistra. Ma che fare se le forme della legalità vengono svuotate e calpestate dal palazzo che difende i suoi interessi contro quelli di un popolo che non rappresenta, anzi tradisce? Emigrare o insorgere, o aspettare che la schifezza marcisca del tutto e cada da sé? I miei lettori sanno che io raccomando l’emigrazione e sono convinto che gli italiani siano incapaci di una ribellione politica – e proprio per questo i politici italiani possono permettersi di fare ciò che fanno. Con i francesi, gli inglesi o gli americani non si azzarderebbero.
Marco Della Luna
Rimanendo nella ue Perdiamo Sovranità e Forze Armate
DALLA REDAZIONE DI GIORNALE DI MISILMERI CON SCONCERTO PUBBLICHIAMO QUESTO ARTICOLO PERCHE' LA PERMANENZA NELLA ue E' PERICOLOSA PER TUTTI E I NOSTRI CARABINIERI NON DEVONO ESSERE TOCCATI E NESSUNA FORZA MILITARE ITALIANA
SI AI CARABINIERI
NO ALL'eurogendfor
l'Arma dei carabinieri, in osservanza del trattato di Velsen procede a tappe forzate al proprio smantellamento con la chiusura di numerosi reparti, sino all’inevitabile scioglimento dell’Arma.
La legge n.84 del 12 giugno 2010 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compitidell’Eurogendfor
Entro il 30 aprile quindi, nel quadro dei provvedimenti di razionalizzazione operati dal Comando Generale conseguentemente ai tagli imposti dal contenimento della spesa, saranno soppresse le aliquote Artificieri antisabotaggio dei comandi provinciali di Latina, Messina, Caltanissetta e Brindisi, nonché del Gruppo Operativo Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna.
RICORDIAMO AI CITTADINI CHE I CRIMINALI CHE GESTISCONO LA ue SI SONO BEN GUARDATI INTORNO E HANNO COSTITUITO L'eurogendfor IN MANIERA TALE DA NON ESSERE SOTTO IL CONTROLLO DI NESSUNA NAZIONE QUINDI POSSONO FARE LA QUALSIASI SENZA ESSERE PROCESSATI SVEGLIA GENTE !!!
Fonte: articolotre.com
Mario Monti blinda l’Imu. L’imposta che doveva tornare “light” nel 2015, con l’esenzione della prima casa, resterà così com’è per sempre
Liberarsi dell’Imu sarà difficile. Anzi, probabilmente impossibile. Anche perché nel consiglio di ministri di ieri, in silenzio, Mario Monti ha di fatto blindato la misura più impopolare del suo governo, garantendo all’Europa che tutto il gettito dell’imposta sarà disponibile anche dopo il 2015.
È l’ultimo lascito – impegnativo – del presidente del Consiglio uscente, attraverso una modifica del Def, il Documento di Economia e Finanza.
Non era scontato. L’imposta sugli immobili, protagonista della campagna elettorale appena conclusa, nei piani originari del governo era in realtà un’imposta a tempo. Meglio, un anticipo in versione “rafforzata” dell’imposta già decisa dal governo Berlusconi e che sarebbe entrata in vigore nel 2014. A differenza di quanto previsto dalla legge sul federalismo fiscale targata Tremonti -Calderoli, Monti aveva anticipato l’entrata in vigore dell’Imu al 2012. Con due differenze: l’estensione dell’applicazione alla prima casa (esentata da Tremonti) e calcolandola sul 160% della rendita catastale (rispetto al 105% precedentemente previsto). In questo modo l’Imu targata Monti ha garantito un gettito di circa 12 miliardi all’anno superiore a quello della versione più soft varata dall’ex ministro dell’Economia. A legislazione vigente, dopo il 2015, l’Imu sarebbe tornata “light”. Insomma, via quella sulla prima casa e via la rivalutazione delle rendite prevista da Monti.
Il problema è che, con la versione light, i conti pubblici dopo il 2015 non tornerebbero. Il punto è che Monti vuol farli tornare a tutti i costi. Per questo, nel Def presentato alla Commissione speciale, aveva inserito due previsioni: una con l’Imu confermata in cui filava tutto liscio, e una senza l’Imu con la necessità di una manovra lacrime e sangue per il 2015.
I primi a sottolineare l’incongruenza erano stati i tecnici del Servizio del Bilancio del Senato, che nell’analisi del Def avevano rilevato come il Documento esponesse “due quadri di previsione tendenziali. Sulla base del primo (basato sull’ipotesi della mancata conferma del vigente regime di tassazione degli immobili), la manovra correttiva richiesta sarebbe stata pari a 0,9% del Pil nel 2015 e a 1,2 e 1,4 rispettivamente per il il 2016 e il 2017″. Tirando le somme, interventi di correzioni variabili tra i 15 e i 20 miliardi l’anno. Diverso invece il caso di un secondo scenario – quello che a questo punto pare concretizzarsi – di conferma del vigente regime di prelievo anche dal 2015. In questi casi, gli interventi di correzioni – spiega il Servizio del Bilancio – più modesto “pari a a 0,2 per cento, 0,4 per cento e 0,6 punti di Pil in ciascuno degli esercizi 2015-2017″.
Due quadri tendenziali che gli stesso tecnici del Servizio del Bilancio avevano giudicato a rischio di contrasto “con la procedura di sorveglianza europea”. Cosa che si è puntualmente verificata. La Commissione Europea ha fatto sentire la sua voce. Ha preso carta e penna e ha scritto a Monti e al ministro Vittorio Grilli per sapere quale delle due proiezioni sui conti pubblici fosse quella giusta: con l’Imu o senza. La risposta è arrivata nella correzione del Def decisa senza troppa pubblicità dal consiglio dei ministri. La versione corretta è quella che prevede l’Imu anche dopo il 2015. Ascoltato in audizione, questa sera, Grilli ha poi voluto sottolineare che “l’Imu è sperimentale non per dire c’è o non c’è, non perché si cancella”. “Fare aggiustamenti – ha detto – è nelle prerogative del governo e del parlamento, ma l’imu è la fonte di finanziamento delle autonomie locali”. La cosa importante, ha spiegato “è che non spariscano nel nulla entrate programmate”. Tradotto: come ogni cosa provvisoria è destinata a diventare permanente. Il Parlamento la può pure abolire ma deve trovare da qualche altra parte 16 miliardi.
Le incertezze di Bankitalia e Corte dei Conti. Rassicurazioni che hanno raffreddato le preoccupazioni raccolte oggi dalla Corte dei Conti, che è andata dritta al punto nel corso dell’audizione del presidente Luigi Giampaolino in Senato: “Nell’impostazione del Def non si ravvisano esigenze di nuove manovre correttive dei conti pubblici, se non a partire dal 2015 e condizionate nella dimensione dal mantenimento o meno del gettito Imu”. Quasi un’eco delle parole pronunciate pochi minuti prima dal Direttore centrale per l’area ricerca economica della Banca d’Italia Daniele Franco, che aveva spiegato come andassero “immediatamente dissipate le incertezze sulla stabilità del gettito legato al vigente sistema di imposizione sugli immobili”.
Fonte: huffingtonpost.it
venerdì 26 aprile 2013
Misilmeri; Villaggio Dell'Emiro.......e Delle Buche
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Questo è lo SCEMPIO che si presenta nella quasi totalità delle strade misilmeresi una continua indecenza che non ci stancheremo di mostrare perchè siamo stufi di vedere lavori fatti come si suol dire con i PIEDI
Non è possibile che vengano fatti gli scavi e ricoperti con lo stesso materiale scavato senza un minimo di cemento,le buche rappresentate in foto erano state " riparate " in fretta e furia a seguito di una segnalazione ma con le piogge del mese scorso sono sprofondate più di prima.
Invitiamo il Comune a verificare il corretto ripristino delle strade dopo che sono state scavate e ulteriormente martoriate.
Le persone sono stanche di pagare,pagare e pagare senza ricevere uno straccio di servizio o riscontro.
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