"Terroni, ed è una fase che troppo spesso è emblematica di una cultura che, succube di oltre 150 anni di occupazione, fa passare i carnefici per eroi e gli eroi per criminali."
"La guerra contro il brigantaggio, insorto contro lo Stato unitario, costò più morti di tutti quelli del Risorgimento. Abbiamo sempre vissuto si dei falsi: il falso del Risorgimento che assomiglia ben poco a quello che ci fanno studiare a scuola – INDRO MONTANELLI – "
Alle prime luci dell’alba del 10 luglio 1943, due fra le più grandi flotte militari dell’epoca, la Britannica e la Statunitense, erano approdate sulle coste siciliane, nell’ambito dell’operazione HUSKY. E vi sbarcarono due armate, rispettivamente comandate dai generali MONTGOMERY e PATTON. Era stato, quello, il più grande sbarco (molti i mezzi anfibi) del Ventesimo Secolo. Vi fu qualche reparto dell’Esercito italiano che tentò di contrastare l’invasione. A sua volta, l’Esercito tedesco fece del suo meglio per ostacolare l’avanzata dei “Liberatori”. Vi furono vittime civili uccise dagli Alleati in entrata e vittime civili uccise per rappresaglia dai soldati tedeschi in ritirata. Le vere battaglie – come abbiamo accennato – furono combattute dagli Eserciti regolari in campo. L’invasione della Sicilia non fu affatto una passeggiata. Fu un’impresa ardua con migliaia di morti e di feriti. E con migliaia di prigionieri.
L’occupazione della Sicilia si compì in trentotto giorni complessivamente. Ed esattamente dal 10 luglio al 17 agosto 1943. Data, questa, nella quale l’ultimo soldato dell’esercito tedesco aveva già lasciato la Sicilia.
Dobbiamo ricordare, non senza emozione, che, fino a pochi giorni prima dello “sbarco” delle Truppe Alleate (Anglo-Americane), quasi tutte le città, i paesi, i centri abitati della Sicilia erano letteralmente massacrati dai bombardamenti a tappeto delle flotte aeree dei “Liberatori”, che avevano seminato morte e distruzione ovunque, anche per agevolare il loro sbarco, programmato da tempo.
I danni di quei bombardamenti sono in gan parte visibili ancora oggi. Mentre si è tentato e si tenta di ignorare e, talvolta, di dimenticare le migliaia e migliaia di vittime dei bombardamenti. Anche per non oscurare l’immagine complessiva dei Liberatori-Vincitori della Seconda Guerra Mondiale.
Per la verità, ancora prima dello Sbarco, il Popolo Siciliano aveva ritrovato dignità, progettualità politica e speranza di Riscatto e di Rinascita nella LOTTA DEMOCRATICA E POPOLARE PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA. Il MOVIMENTO SEPARATISTA, guidato soprattutto da ANDREA FINOCCHIARO APRILE, fu forse l’UNICO a “lanciare” messaggi e documenti politici di grande spessore, a rimboccarsi le maniche e a fare ai Dirigenti dell’AMGOT richieste adeguate ai bisogni del POPOLO SICILIANO.
Soprattutto dopo l’ARMISTIZIO di CASSIBILE e dopo che il REGNO D’ITALIA, guidato da BADOGLIO, era diventato CO-BELLIGERANTE degli ALLEATI e dei LIBERATORI, il SEPARATISMO SICILIANO fu osteggiato con la violenza e con la persecuzione degli Adepti.
Il 19 ottobre del 1944 era avvenuta a PALERMO la STRAGE DI VIA MAQUEDA, con 22 morti e centinaia di feriti.
Il 31 marzo del 1945 il COMITATO PER LA INDIPENDENZA DELLA SICILIA, presieduto sempre da Andrea FINOCCHIARO APRILE (che, peraltro, aveva già dichiarato la decadenza della Monarchia Sabauda, spiazzando tutti), aveva inviato un MEMORANDUM alla CONFERENZA DI SAN FRANCISCO con cui reclamava il Diritto del Popolo Siciliano a pronunziarsi in un REFERENDUM sulla INDIPENDENZA della SICILIA.
Nelle piazze e nelle strade di Sicilia, la stragrande maggioranza dei Siciliani si era mobilitata per reclamare l’Indipendenza della Sicilia.
Per concludere: alla data del 25 aprile 1945, il Popolo Siciliano, perseguitato ed oppresso, continuava a battersi fra mille difficoltà, ma in modo determinato, per ottenere che in Sicilia si applicassero i principi conclamati dalla SOCIETA’ DELLE NAZIONI agli inizi della guerra contro Hitler ed i suoi alleati, e che coincidevano perfettamente con alcune importanti rivendicazioni, tipiche del Sicilianismo forte e puro (fra i quali quelli all’AUTODETERMINAZIONE, alla INDIPENDENZA, alla GIUSTIZIA, alla LIBERTA’, al PROGRESSO, alla MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA, alla RIAFFERMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’ NAZIONALE, al RITORNO NEI CONSESSI INTERNAZIONALI etc.).
Si trattava di Diritti “SCOMODI” e pertanto CALPESTATI e severamente NEGATI, non solo dal Governo Fascista, appena sconfitto, ma anche da tutti i precedenti Governi italiani dal 1860 in poi. Diritti che, paradossalmente – in quegli anni – venivano SOFFOCATI, spesso ricorrendo alla forza e alla repressione, dai Governi dell’”ITALIA LIBERATA”. E cioè dai Governi di: Pietro BADOGLIO, Ivanoe BONOMI, Ferruccio PARRI, Alcide DE GASPERI, ecc..
Ci sembra altrettanto doveroso ricordare che, qualche mese dopo il 25 aprile del 1945, (ed esattamente il 17 giugno 1945), a RANDAZZO, in contrada MURAZZU RUTTU, sarebbe avvenuto l’ECCIDIO nel quale restarono uccisi Antonio CANEPA, Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE.
Detto sinteticamente quanto sopra, riaffermiamo la FEDE degli INDIPENDENTISTI FNS nella verità, nella giustizia e nel rispetto dei Diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, nella NUOVA CULTURA di PACE, di PROGRESSO, di DEMOCRAZIA, di FRATELLANZA e di COLLABORAZIONE fra i Popoli del Mediterraneo, dell’Europa e del Mondo. Una “CULTURA” ed una scelta di vita che da più parti auspichiamo, anche perché nessuno dovrebbe più ricadere negli ERRORI e negli ORRORI del passato.

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